Claudia de Lillo, alias Elasti, mi piace. Elasti cura il
blog Nonsolomamma e tiene una rubrica settimanale su D di Repubblica, il primo
e, a volte, unico articolo che leggo dell’allegato del sabato. In uno degli
ultimi pezzi parla di famiglia, partendo da una sua esperienza personale
di figlia di genitori separati e di un fratello solo di padre. Fratello amato e
negato, da bambina, per la mancanza di parole per giustificare una normalità
spezzata e non più condivisa con gli amichetti. E lo fa
con la consueta grazia e intelligenza. Chiude poi ragionando su come saranno o
potrebbero essere le famiglie di domani. Ci sono due passaggi che riporto
fedelmente perché sono molto belli, oltre a rispecchiare il mio pensiero.
Un giorno un’amica,
madre, insieme alla sua compagna, di 4 figli mi disse: “La nostra specificità
dovrebbe essere un’occasione per ampliare gli orizzonti di chi ci sta intorno”.
Tuttavia spesso “chi esula dal modello dominante rappresenta un problema, non
una ricchezza”.
Ignoro come
saranno le famiglie di domani. Più che immaginazione ho desideri e auspici:
vorrei che i figli dei miei figli non avessero nulla da nascondere. Vorrei che
se avessero segreti, fossero tesori e non paure. Che domani la diversità possa
essere considerata sempre un valore. Vorrei che un fratellastro, un cromosoma
in più, due mamme, due papà, un colore diverso, la religione altrui, una lingua
incomprensibile, riempissero il mondo di meraviglia, di curiosità e di nient’altro.
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