E se il mandante della strage alla stazione di Bologna
fosse stato Gheddafi? Per ritorsione nei confronti dell’Italia, considerata
responsabile dell’abbattimento nel proprio spazio aereo di un Mig pilotato dal
suo primogenito? E se di questa responsabilità il Rais non ne avesse fatto
mistero con il presidente del consiglio dell’epoca e con i principali ministri,
ma fosse stato il suo guanto di sfida, non raccolto e insabbiato in una verità
di comodo dai vertici istituzionali in nome della sicurezza nazionale? C’è
tutto questo – e tanto di più: per esempio il ruolo interessato del Mossad nel
riportare alla luce la vicenda - nel secondo convincente giallo di Roberto
Perrone, che vede Il suo protagonista, l’ex colonnello dei carabinieri Annibale
Canessa, immerso in un intrigo internazionale, che rimanda ai segreti della
guerra fredda e al conflitto invisibile combattuto dalle grandi potenze nei
cieli del Mediterraneo. Ma stavolta l’indagine sugli enigmi dell'estate di
sangue, stagione d'inganni, depistaggi e tradimenti che ha spazzato via
l'ultimo resto di innocenza in Italia, porterà Canessa, in nome della verità, a
mettere in gioco ciò che gli è più caro. Attenzione, comunque. Avverte Perrone
nella nota conclusiva: “Molti riferimenti a fatti realmente accaduti non sono
casuali, ma si tratta, appunto, solo di riferimenti. Di nient’altro. Non ci
sono tesi alternative da rivelare né l’intento di rileggere la Storia”. Da leggere
Nessun commento:
Posta un commento